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NY ORIENTATION - #17

By 11:44:00

29/08/2017
Sì, lo so, sto scrivendo questo post con circa 20 giorni di ritardo, ma questi primi giorni negli States sono stati veramente pieni di impegni (poi vi racconterò in un altro post).
Come ho già ripetuto forse mille volte, sono partita l'8 agosto da Roma.
Se è stato difficile lasciare tutti e prendere quel volo? Sì, scontato. Quegli ultimi minuti infiniti, ma allo stesso tempo troppo brevi davanti all'ingresso del check-in passati ad abbracciare i miei genitori e le mie amiche, a ripetere a mia madre quei "sì mamma" con l'aria un po' seccata dopo ogni sua raccomandazione, a pensare a quante cose saranno cambiate a giungno, a quante cose mi perderò, a quanto mi mancheranno tutte le persone a cui voglio bene. Cerco di mandare via questi pensieri dalla mia mente, provo a sorridere e a rassicurare i miei genitori. Faccio finta di essere sicura di me, nascondo le mie incertezza dietro una risata...ma chi voglio prendere in giro? Come potrei non avere paura di saltare nell'ignoto?
Arriva anche l'ultima ragazza del nostro gruppo e con lei il momento dell'ultimo saluto. Un abbraccio veloce e mi affretto a seguire gli altri. Non ci credo, eppure sono in fila per il check-in di quell' aereo.

Dopo un'interminabile fila alla dogana, finalmente prendiamo le nostre valigie e saliamo su un autobus direzione Double Tree Hilton Hotel.
Arrivati in albergo, ci fanno consegnare i documenti importanti e ci dividono in gruppi (io ero nell'orange team) e camere da 3 (mi mancate Giorgia e Chiara).
La mattina del primo giorno siamo restati in albergo. Abbiamo fatto delle attività divisi in gruppi e ci hanno fatto vedere dei video, ribadendoci le regole per la millesima volta.
Dopo siamo andati (sempre in gruppi) a New York: siamo saliti sul World Trade Center, abbiamo visitato il 9/11 memorial, Central Park e siamo andati in barca fino alla Statua della Libertà.
Il giorno dopo siamo andati a fare colazione a Times Square in un posto di cui non ricordo il nome , poi ad Ellis Island e il pomeriggio ci hanno lasciato del tempo libero in un centro commerciale.
La sera riunione per ridarci i documenti e per dirci l'orario a cui scendere il giorno dopo.
Venerdì 11 alle 5 di mattina ho lasciato l'albergo per andare all'aeroporto di Newark.
Futuri exchange students con soli 23 kg a disposizione, in Italia non vi dicono niente se la vostra valigia pesa un po' più, ma a Newark vi fanno levare vestiti fino all'ultimo pound in eccesso. La mia pesava 5 pounds in più (2,2 kg) e ho dovuto levare due paia di scarpe e una felpa (la sacca di Youabroad mi ha salvato la vita, se siete indecisi se portarla o no, fatelo).
Mille controlli dopo, ho preso il volo per Chicago insieme ad altri ragazzi.
Il secondo aereo aveva 3 ore di ritardo, ma fortunatamente eravamo in parecchi a fare scalo a Chicago, quindi l'attesa è stata divertente.
Il volo per Champaign è stato il più emotional (scusate, mi sto già scordando l'italiano), circa 40 minuti nell'aereo più piccolo che abbia mai visto. Penso di aver realizzato davvero in quel momento, guardando le infinite pianure e l'immensità del Midwest americano. New York sembra una vacanza studio, quei 3 giorni sembrano non finire mai, persone che probabilmente non rivedrai più diventano amici, perché condividono le tue stesse paure e indecisioni, ti capiscono perché stanno vivendo esattamente le tue stesse emozioni. Mi sono sbagliata nell'ultimo post, la sensazione che si prova ad atterrare a New York è niente comparata a questa.
Eravamo in 5 su quell'aereo: Daria, Emanuele, io e altre due ragazze tedesche. Non ho parole per descrivervi cosa significa scendere e appoggiare il piede sulla tua vera prossima casa, sulla vera America. Troppo tardi per tornare indietro, sei lì, i tuoi piedi non più divisi tra Stati Uniti e Italia, ma solo da una parte. Vorresti urlare, scappare, rimandare, piangere e hai paura, eccome se hai paura. Ma non abbiamo fatto nulla di tutto questo. Siamo andati in bagno, ci siamo guardati allo specchio ("che penserà la famiglia vedendomi in questo stato?") e ci siamo calmati a vicenda. Un respiro profondo, risate nervose ed eccoli, ecco le famiglie ad aspettarci. Mi dispiace, davvero non so come tradurre quest'emozione in parole.
Siamo andati a casa, ho messo i vestiti nell'armadio e mi sono addormentata, per riaprire gli occhi in una nuova vita.

Probabilmente nel prossimo post vi racconterò qualcosa sulla scuola o cosa ho fatto in questo (quasi) primo mese (vi rendete conto?? Un mese!), se vi interessa sapere qualcosa in particolare commentate o chiedetemi in privato.
Baci,
Frannie


VLOG DI NEW YORK
Ginevra: https://youtu.be/G2FjoNQ9HKA
Claudia: https://youtu.be/Y0XUM5w9L_8
Susanna: https://youtu.be/IVDoUb2Lu_c


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2 commenti

  1. Ehi Francesca😊
    Sono Sara e a gennaio partirò anche io per gli Stati Uniti! Come sta andando adesso con la famiglia e la scuola?
    Se ti va di aggiungerlo alla lista comunque il mio blog è https://saramaddalosso.blogspot.it 🌸

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    Risposte
    1. Ciao Sara! Tutto bene, mi sono ambientata. Ti aggiungo subito alla lista, un bacio

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