Welcome to our website !

JUST ANOTHER EXCHANGE STUDENT'S BLOG

travel is the only thing you buy that makes you richer

ULTIMI GIORNI IN ITALIA - #15

By 10:59:00

“ULTIMI GIORNI IN ITALIA”
Countdown a -17.
Quest’assenza di tempo è soffocante. Che dire?
Ultimamente non vedo l’ora di partire: qualche giorno fa ho fatto una videochiamata con la mia host mum ed era la prima in cui c’erano anche i miei genitori. Abbiamo parlato dei vestiti che devo portare, di quello che faremo i primi giorni, degli sport a scuola e degli ultimi fogli che devo compilare. Parlare concretamente di quella che sarà la mia vita per i prossimi mesi mi ha resa impaziente, impaziente di partire, di provare cose nuove, di sfidarmi e di dimostrare a tutti (me per prima) che sono in grado.
Oggi, 22 luglio, non sto scrivendo per un motivo preciso, non ho niente di particolarmente interessante da dirvi, mi sento solamente ispirata. In questo momento sono in pulmino con il mio sci club, direzione Les Deux Alpes, ultima fila, sono sdraiata perché ho un posto libero accanto a me, 8 ore di viaggio alle spalle e ancora un paio rimanenti, finestrino aperto, vento tra i capelli, musica (della radio, perché odio ascoltare la musica con le cuffiette), aria fresca e cielo azzurro, macchiato di soffice bianco, intorno a me verdi montagne francesi e puzza di cacca di mucca (incredibilmente, oggi ha un non no so che di poeticamente romantico anche la puzza). Come non essere ispirati da tutto questo?
Ho approfittato di queste ore infinite di viaggio per leggere, cosa che adoro, ma che non riesco a fare mai a casa. Questa volta ho optato per “Bianca come il latte, Rossa come il sangue” di Alessandro D’Avenia.
Leggere mi fa sempre uno strano effetto: ogni volta che finisco un libro mi sento un po’ più vuota, come se qualcuno avesse tirato fuori da me quelle parole che nascondo nel profondo e che non trovo mai il coraggio di far uscire, ma anche un po’ più piena, perché in un libro c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Sono una persona che si immerge completamente nella storia, si immedesima nei personaggi in cui riconosce se stessa (quasi tutti, c’è sempre almeno una caratteristica per ogni personaggio in cui mi rivedo), al punto di sprecare spesso una lacrima (facciamo anche due) per un libro.
E, inevitabilmente, quando giro l’ultima pagina, mi ritrovo a riflettere sul significato del libro, sulle parole nascoste dell’autore, penso a come alcuni sentimenti accomunino davvero tutti.
Amo i libri perché mi danno uno spunto di riflessione, anche quelli che possono apparire più stupidi o che sembrano limitarsi al significato oggettivo della storia: “ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso” (Marcel Proust).
Leggere mi fa rendere conto che non sono sola, che anche Leo fa ogni giorno scoperte nuove, ma, come me, ha una pessima memoria e se non le scrive da qualche parte rischia di scordarsele e dovrà riscoprirle, pagando il prezzo di commettere di nuovo lo stesso errore; anche Silvia ha paura di condividere i suoi sentimenti; anche Beatrice trova conforto nello scrivere le sue emozioni e, nonostante tutto ha imparato ad essere felice; anche Nico non riesce a restare a lungo arrabbiato con i suoi amici, perché ne sente il bisogno.

L’aria fuori dal finestrino sta aumentando sempre di più, inizia ad essere fastidiosa, la magia di prima sta svanendo -perché le mie mani non riescono a scrivere allo stesso ritmo a cui navigano i pensieri nella mia testa?-

Ho chiuso quel libro, ho guardato fuori dal finestrino e mi sono sentita sopraffatta dall’incommensurabile bellezza degli alberi, del cielo, di tutto ciò che mi circonda. Sono profondamente innamorata della vita, della mia famiglia, dei miei amici, di tutto.
Sono calma, rilassata, pronta, mi sento così piccola rispetto a questa sensazione d’infinità che mi pervade.
E in queste situazioni capisco alcuni dei punti interrogativi che sono solita lasciarmi insoluti alle spalle. Capisco cosa intendeva Charlie di “Noi siamo infinito” dicendo che si era sentito infinito; capisco Albus Silente quando diceva che “la felicità può essere trovata anche nei momenti più bui se solo ci si ricorda di accendere la luce”, perché per essere felici bisogna impegnarsi a trovare il lato positivo (che c’è sempre, anche nelle cose più brutte); capisco Orazio quando ci dice “Nunc est bibendum”, perché la vita è una e ogni momento è buono per festeggiare ; infine capisco il caro Giacomo Leopardi, poiché, anche per me, in questo oceano d’infinità “il naufragar m’è dolce”. (Non prendete  per vera la mia interpretazione, questo è solamente una mia rivisitazione di frasi famose, potrebbero assumere significati diversi per ciascuno di noi e scusate se le citazioni non dovessero essere precise, ma non posso controllare su internet in questo momento).


Non vedo l’ora di partire, perché muoio dalla voglia di imparare, scoprire, fare esperienze, vivere.
Come avevo già scritto in un altro post, l’anno all’estero non inizia nel momento in cui si salva su quell’aereo: anche la sola iscrizione a questo programma di scambio mi ha insegnato tanto. Prima di concretizzare questo progetto, l’anno all’estero mi sembrava un sogno bellissimo, distante, irrealizzabile; iscrivermi mi ha fatto capire che, invece, i sogni, anche i più folli, si possono realizzare, basta essere disposti a lottare per il proprio desiderio e un pizzico di buona volontà. Non credete a chi vi dice il contrario. Abbiate fiducia in voi stessi e credete in quello che fate.
Mi sento una bambina ingenua (e probabilmente lo sono pure), ignara delle insidie del mondo, ma a me va bene così, lasciatemi sognare.

Lo so che questo post è scritto un po’ a caso, non ha un vero centro e, alla fine, non si capisce bene cos voglio dire. Perdonatemi, questo mio modo di scrivere rispecchia la mia testa confusionaria, con le sue idee in contrasto tra loro. Prima o poi riuscirò a dare un ordine a a questo caos che ho nella mente.
Grazie a chi è arrivato a leggere fin qui.

Vi lascio con una frase del libro di cui parlavo sopra che mi ha colpito molto:
“Se un sogno ha tanti ostacoli vuol dire che è quello giusto.” (A. D’Avenia)

Vostra, Frannie



You Might Also Like

0 commenti